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Human Tech, l’innovazione aperta si può fare anche nell’imprenditoria sociale

Un anno di Human Tech, il programma nato dalla collaborazione tra CGM ed Entopan Innovation per supportare le imprese sociali nei percorsi di transizione digitale ed ecologica. Tiriamo le somme e rilanciamo.

Sarà proprio in occasione della Convention del prossimo 20-22 giugno che Human Tech – il programma di Open Innovation promosso da CGM in partnership con Entopan Innovation – compirà il suo primo anno di vita. Un traguardo importante che dà lo spunto per un rilancio.

Questi i KPI, gli indicatori chiave di prestazione: 4 imprese sociali pioniere hanno inaugurato il programma e altre 4 sono state coinvolte successivamente. L’obiettivo è quello di arrivare a 10 realtà entro fine anno. Una massa critica di un certo rilievo, segno che l’innovazione aperta si può fare anche nel campo dell’imprenditoria sociale. Non è solo una questione di mentalità e di approccio, ma un vero e proprio modello che ridefinisce le attività di ricerca e sviluppo, peraltro all’interno di imprese, come quelle sociali, dove l’apertura ai contesti, anche di innovazione, è o dovrebbe essere un tratto caratteristico.

Durante questo primo anno, insieme a Entopan Innovation abbiamo definito e affinato le tappe del programma lavorando molto sull’assessment organizzativo – perché l’innovazione ha bisogno di capacità di elaborazione e di “messa a terra” – e sul codesign di nuovi prodotti e servizi – perché l’innovazione è una costruzione condivisa con stakeholder interni ed esterni.

Ora ci apprestiamo a un ulteriore salto di qualità che consiste nel prototipare soluzioni che reggano alla prova della sostenibilità economica e degli impatti sociali e ambientali. Per questo abbiamo rafforzato la partnership con Entopan capitalizzando il loro ecosistema fatto di startup e provider tecnologici che operano in un quadro di “innovazione armonica”. Inoltre, abbiamo mantenuto saldo il legame con i sostenitori del programma – CGM Finance e Sefea Impact – perché, in quanto soggetti finanziari ben radicati nel nostro settore, possono aiutarci a trasformare in investimenti i nostri percorsi di Open Innovation. Per continuare a mettere, sempre, al centro dell’innovazione digitale e tecnologia le persone.

E se anche tu vuoi orientare la tua Impresa Sociale in modo consapevole verso i percorsi di transizione digitale, che sono ormai ineludibili per qualsiasi impresa, contatta il team di Human Tech, compilando il form sul sito.

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Finanza Project Ricerca Welfare

SerHub è on-line. Per un terzo settore protagonista della transizione energetica

Ristrutturazioni sostenibili nel Terzo Settore? Novità dal progetto Social Energy Renovations (SER). On-line il nuovo sito di SerHub, da cui è possibile chiedere informazioni per un accompagnamento personalizzato su progetti di efficientamento degli edifici sociosanitari ed educativi. I servizi: consulenza finanziaria, consulenza fiscale e assistenza tecnica. Per cooperative protagoniste della rivoluzione energetica e sociale.

SerHub è on-line. Il progetto di Social Energy Renovations (SER) che stimola la ristrutturazione sostenibile nel Terzo Settore, ha un nuovo sito da cui è possibile chiedere informazioni per un accompagnamento personalizzato su progetti di efficientamento degli edifici sociosanitari ed educativi.

SerHub è un progetto che ci vede coinvolti tra i fondatori, insieme alla nostra società strategica CGM Finance, alla società di investimento GNE Finance e al Consorzio Fratello Sole.

L’obiettivo di SerHub? Progettare, istituire e implementare un innovativo meccanismo di finanziamento del de-risking che comporti il finanziamento e la standardizzazione tecnica, l’aggregazione dei progetti, la valutazione dell’impatto sociale e il rafforzamento del credito.  In questo modo, le imprese sociali hanno accesso a ristrutturazioni sostenibili a prezzi accessibili, insieme all’assistenza tecnica, mentre gli investitori hanno accesso a investimenti sicuri e ad alto impatto, in linea con i criteri ESG e di investimento a impatto. 

  • 200 milioni di investimenti in energia pulita da generare in cinque anni
  • 893 tonnellate di emissioni di Co2 risparmiate
  • massiccio impatto sociale: mitigazione della povertà energetica, miglioramento dell’uguaglianza sociale, salute, benessere, produttività, alfabetizzazione finanziaria e coesione sociale complessiva. 
  • Consulenza finanziaria
  • Assistenza tecnica
  • Consulenza fiscale
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Storie Welfare

Il dottorando Nazir al Camping Cremona: “Lavoro e studio per aiutare l’economia agroalimentare africana”

Una bella storia dal Campeggio di Cremona, gestito dalla Cooperativa Nazareth di Cremona all’interno del contratto di rete attivato dal nostro socio Consorzio Solco Cremona: Nazir, dottorando all’Università Cattolica e receptionist al campeggio sogna di aiutare l’economia agroalimentare africana.

Si chiama Nazir Mohammed Habibu. Ha 37 anni e viene dal Ghana. Dal 2017 studia Economia Agraria e Alimentare a Cremona, al nuovo campus dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Attualmente sta frequentando un dottorato in Agrisystem. È il nuovo addetto alla reception del Camping Parco Po, il campeggio del Comune di Cremona situato lungo il fiume Po gestito dalla Cooperativa Nazareth di Cremona all’interno del contratto di rete attivato dal Consorzio Solco Cremona. “Ad aprile dello scorso anno – spiega Giuseppina Brignoli della Cooperativa Nazareth – avevamo bisogno di inserire nel nostro team un operatore che coprisse i turni serali di accoglienza ai turisti. Ci siamo rivolti al Servizio Stage dell’Università Cattolica, immaginando che un ingaggio leggero di questo tipo avrebbe fatto comodo a qualche universitario”.

Così è stato. “Un mio collega all’Università – racconta Nazir ha visto l’offerta e me l’ha segnalata. Ho deciso di rispondere perché il lavoro mi dava la possibilità di utilizzare sia l’italiano, sia l’inglese e perchè mi sembrava un impiego molto variegato”. Nazir ha quindi iniziato a lavorare al Campeggio, sfoderando il suo perfetto inglese (il 65% dei turisti che arrivano è straniero) e la sua capacità di accoglienza. “Nazir – il commento di Giuseppina – fa sentire i nostri ospiti a casa e li accompagna in tutte le fasi del soggiorno, dal check in al check out”.  “Del lavoro mi piace soprattutto la comunicazione – dice Nazir – Viene praticata con rispetto e con la massima attenzione alle esigenze dei nostri clienti. Un momento significativo? Gli incontri con turisti provenienti da tutta Europa, da Marocco, da Israele e dall’Australia. Durante il soggiorno, faccio loro molte domande perché mi piace condividere informazioni sul loro viaggio, sulle loro culture, sulle esperienze che hanno avuto in passato in Italia o al nostro campeggio”.

A dicembre, anche grazie al lavoro al Campeggio, Nazir è partito per il Ghana. Non tornava a casa da sei anni. “Come Cooperativa – prosegue Giuseppina – gli abbiamo concesso di concentrare tutte le ferie nel periodo di Natale per stare più tempo con la famiglia. Il pensiero che anche grazie al lavoro al Camping, Nazir si sia potuto permettere un ritorno a casa, ci fa molto piacere”. “È stato un momento molto emozionante rivedere la mia famiglia dopo così tanto tempo”, ha commentato il ragazzo.

Ora, l’ingaggio al campeggio prosegue e durerà per tutto il 2024. Un anno che si prospetta ricco di risultati positivi. Per il campeggio e per Nazir. “La pandemia ha buttato a terra numeri e indicatori del Camping – commenta Giuseppina – ma ci siamo ripresi e nel 2023 abbiamo raggiunto le 10.000 presenze annue con un aumento dei paesi di provenienza (soprattutto Germania, Francia, Svizzera, Austria, Olanda e Spagna) e la diversificazione della tipologia di soggiorno, dalla classica sosta camper, ai cicloturisti di VenTo (la ciclovia Venezia-Torino), dagli appassionati di musica o sportivi che partecipano ai tanti eventi cittadini fino agli espositori impegnati nelle fiere gastronomiche (e non solo) cremonesi. E’ accresciuta anche la richiesta di sosta non prolungata per motivi di lavoro o di studio, ad esempio in seguito a cambi di sede o di corsi di studio”.

E per Nazir che 2024 sarà? “Dopo il mio progetto di ricerca – racconta pensando al prossimo futuro – vorrei riuscire a fondare una ONG relativa ai Sistemi Agricoli Sostenibili per aiutare ad affrontare le questioni dell’economia agroalimentare in Ghana e in alcune parti dell’Africa subsahariana. Vorrei creare uno scambio professionale, coinvolgendo alcune PMI agroalimentari in Ghana ed esperti stranieri in tecnologia alimentare, sicurezza alimentare e gestione aziendale. L’obiettivo è quello di individuare soluzioni sostenibili per le PMI agroalimentari rispetto alla produzione di cibo di qualità e sicuro per il mercato africano e di creare opportunità di lavoro dignitose per i giovani nel settore agroalimentare”.

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Formazione News Welfare

Inserimenti lavorativi di qualità, call di Fondosviluppo per le cooperative

Una call – Inclusione.coop del Fondosviluppo – per supportare e qualificare percorsi di inserimento lavorativo e integrazione sociale di persone svantaggiate, a favore di Cooperative di tipo B e miste/ad oggetto plurimo (tipo A e B). Il nostro Consorzio CGM fornisce assistenza alle attività formative, accompagnamento e monitoraggio.

Fondosviluppo, il fondo mutualistico di Confcooperative, per promuovere lo sviluppo della cooperazione come da mission istituzionale, ha lanciato “Inclusion.Coop”, una call per sostenere le cooperative sociali nel percorso di inserimento lavorativo e di integrazione sociale di persone svantaggiate. L’obiettivo? Favorire un modello che mette a sistema risorse e competenze in una logica di sviluppo imprenditoriale.

Lo stanziamento ammonta a 500.000 euro e punta a supportare percorsi di inserimento lavorativo qualificati, basati su più pilastri che comprendono la formazione e l’integrazione sociale e relazionale a vantaggio delle persone assunte.

Ma chi può partecipare alla call? Sono ammesse Cooperative sociali di tipo B e miste/ad oggetto plurimo (tipo A e B) con prevalenza delle attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, desumibile dal fatturato, operanti in tutto il territorio nazionale ad esclusione delle Regioni dotate di un proprio Fondo Mutualistico (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta). Le cooperative ammesse devono essere aderenti a Confcooperative e in regola con il versamento dei contributi associativi e del 3% del Fondo mutualistico. Non sono ammesse le cooperative che abbiano già beneficiato degli interventi del Fondosviluppo negli ultimi tre anni.

Fondosviluppo sostiene un numero massimo di tre lavoratori per ciascuna cooperativa ammessa alla call riconoscendo un contributo una tantum pari a massimo 7.000 euro per persona svantaggiata assunta.

Per le persone svantaggiate già assunte nel corso dei 12 mesi precedenti la candidatura, il contributo sarà riconosciuto in un’unica soluzione al momento dell’ammissione alla call. Per le persone svantaggiate che saranno assunte nel corso dei 12 mesi successivi alla data della candidatura, il contributo sarà riconosciuto in due tranche: la prima all’inizio del percorso formativo di inserimento e la seconda tranche al momento dell’assunzione.

Il nostro Consorzio CGM, insieme a Idee in Rete e su incarico di Fondosviluppo, fornirà assistenza alle attività formative, accompagnamento e monitoraggio.

Le richieste possono essere presentate fino al 31 marzo 2025 mediante invio all’indirizzo mail [email protected] della documentazione disponibile alla pagina dedicata sul sito di Fondosviluppo: CLICCA QUI.

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Finanza News Welfare

Welfare aziendale, c’è la partnership tra CGMoving e Banca Etica

Importante collaborazione tra la nostra società strategica CGMoving e Banca Etica, per offrire servizi di welfare aziendale attraverso la piattaforma WelfareX a soci e clienti della Banca. L’1% dei ricavi derivanti dai contratti di welfare aziendale, o altri contratti di consulenza, sarà destinato ad un fondo di solidarietà a sostegno di realtà del terzo settore.

“Il welfare aziendale deve risultare un investimento vantaggioso sia per l’azienda, sia per i beneficiari”. Nelle scorse settimane è stata annunciata una importante collaborazione tra la nostra società strategica CGMoving e Banca Etica, per offrire servizi di welfare aziendale attraverso la piattaforma WelfareX a soci e clienti della Banca.

“Sempre più soci e clienti – è intervenuto Marco Grassi dell’Ufficio Consulenza Investimenti e Bancassicurazione di Banca Etica ad un recente convegno di WelfareX – ci chiedono servizi dedicati ai propri dipendenti. C’è un incremento di attenzione delle imprese rispetto al proprio capitale umano. Sempre di più, le buone conciliazioni vita-lavoro, come le buone assistenze e i buoni servizi per i dipendenti, sono diventati una cifra distintiva per attrarre nuove risorse e anche per trattenere quelle che ci sono già, laddove la leva della retribuzione non è sempre agibile”. 

A febbraio del 2023, dunque, Banca Etica ha avviato una ricerca tra i provider di piattaforme. “Avevamo bisogno di compagni di strada con cui intenderci su questo tipo di progettualità e abbiamo trovato CGMoving e WelfareX – ha continuato Marco Grassi – Per questo gli elementi caratterizzanti del rapporto con CGMoving per la promozione di WelfareX non sono tanto sui servizi di piattaforma, comunque interessanti e particolari rispetto ad altre piattaforme, ma sulla capacità di rendere fruibile il servizio anche a chi magari se lo sente lontano. Abbiamo lavorato affinché questa iniziativa non fosse possibile solo in presenza di premi da erogare, ma più in presenza di una diversa modalità di intendere il rapporto di lavoro con i propri dipendenti o collaboratori”. Per questo motivo, la proposta è stata diversificata su diversi livelli.

“Un altro aspetto interessante di questa partnership è che vi sarà la possibilità per i soci in rete di Banca Etica, ovvero le piccole imprese, le botteghe, gli artigiani e le cooperative che attraverso Banca Etica propongono prodotti e servizi a prezzi speciali, di essere anche loro sulla piattaforma WelfareX”, ha aggiunto Marco Grassi.

Un tema aggiuntivo in corso di sviluppo è quello della messa a disposizione in piattaforma da parte di Banca Etica di prodotti e servizi di educazione finanziaria o di prima facilitazione nell’accesso al credito o ancora di previdenza o di protezione salute. 

La partnership, inoltre, si fonda su un impegno condiviso: destinare l’1% dei ricavi derivanti dai contratti di welfare aziendale, o altri contratti di consulenza, a un fondo di solidarietà a sostegno di realtà del terzo settore.

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Educazione Formazione Storie Welfare

Edugamers in tutta Italia per promuovere il gaming consapevole e le relazioni

Trenta Edugamers da Torino a Roma promuovono socializzazione, apprendimento e prevenzione attraverso i videogiochi. Martina di Crescere Insieme li coordina e dice: “Spesso i videogiochi sono fonte di tensione nelle famiglie. Il nostro approccio avvicina realtà e virtuale, avvicina le persone”

“Quando mi chiedono cosa succede in una Gaming Zone, racconto questo episodio. C’è un ragazzo che frequenta il nostro spazio e gioca sempre da solo allo stesso videogioco. In una modalità particolare: fa esplodere qualsiasi cosa e basta. L’Edugamer, dopo averlo osservato, gli lancia una sfida: costruire qualcosa che possa accogliere gli altri giocatori. Il ragazzo così comincia ad usare la dinamite per fare spazio e creare una sala per concerti con tanto di arredi per ospitare gli altri. Da quel momento inizia a giocare anche con altri ragazzi e a relazionarsi anche fuori dal gioco, facendosi ‘mentore’ per chi non sa utilizzare il videogioco. Questo è il lavoro dell’Edugamer, un lavoro dentro e fuori dal gioco”. Martina Gullone è psicologa e psicoterapeuta della Cooperativa Crescere Insieme di Torino e coordina gli Edugamers su tutto il territorio nazionale nell’ambito del progetto Edugamer for kids.

Ma cosa sono gli Edugamers? Sono professionisti con ottime abilità di gamer che giocano on-line con i ragazzi e li supportano nell’apprendere abilità e nel gestire tempo del gioco ed emozioni, sono consulenti educativi per le famiglie, sono delle guide adulte preparate di connessione tra reale e virtuale, tra esperienze di vita e gaming. “Abbiamo 30 Edugamers attivi da Varese a Roma – continua Martina – Abbiamo costituito una vera e propria community che attiviamo sulla base dei nostri eventi on-line e dei progetti sviluppati sui territori”.
Uno dei luoghi principali in cui opera l’Edugamer è l’EduGaming Zone, uno spazio sociale, un contesto protetto in cui praticare i videogiochi in compagnia, in modo da prevenire comportamenti che potrebbero dare origine a problemi o vere e proprie dipendenze. Al momento ce ne sono quattro concentrate tra Lombardia e Piemonte: tre nelle biblioteche e una in una scuola secondaria di primo grado. La prospettiva è quella di raddoppiarle. “Non abbiamo aperto le Zone in luoghi casuali – spiega la psicologa di Crescere Insieme – Sono tutti luoghi di cultura e già questo cambia l’approccio: anche i videogiochi possono essere strumenti culturali“.
Socializzazione e cooperazione, apprendimento di abilità e e capacità di gestire le emozioni, informazione e prevenzione sono i principali obiettivi perseguiti nelle EduGaming Zone a cui i ragazzi accedono gratuitamente tramite un sistema di tesseramento pensato per promuovere anche attività non legate strettamente al gioco.

“Spesso i videogiochi sono fonte di tensioni nelle famiglie. Lo sguardo che portiamo come Edugamers consente di avvicinare mondi diversi, di creare dei ponti generazionali, di dare le corrette informazioni anche sulle potenzialità di questi strumenti, di coniugare manualità nel gaming e maturità. Colleghiamo ciò che accade dento il gioco con ciò che accade fuori e viceversa per non lasciare i ragazzi da soli, per favorire relazioni, apprendimenti, per promuovere il divertimento sano”, la conclusione di Martina.

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Formazione News Ricerca Welfare

Kids4Impact, misuriamo e valorizziamo le trasformazioni del welfare educativo

Un progetto sostenuto da Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo, promosso dal Consorzio PAN, con il Consorzio CGM e Con.Opera come enti attuatori, e partner scientifico Fondazione Zanacan, per descrivere, quantificare e valorizzare i cambiamenti dei servizi educativi. 

Il welfare educativo sta vivendo un momento di forte trasformazione. Grazie alla crescita di finanziamenti mirati, ad esempio sulla povertà educativa minorile, e alle scelte strategiche e operative delle imprese sociali, l’offerta dei servizi si sta arricchendo, attingendo da ambiti non educativi in senso stretto (come quello culturale o artistico), i servizi per l’infanzia si stanno spostando anche all’interno di luoghi “non canonici” (ad esempio le esperienze in outdoor), c’è una migliore capacità di ingaggio delle comunità come attori educanti e un trasformazione digitale con l’avvento di piattaforme phygital.

Per descrivere, quantificare e valorizzare tutti questi cambiamenti, è nato il progetto “Kids4Impact”, sostenuto da Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo, promosso dal Consorzio PAN, con il Consorzio CGM e Con.Opera come enti attuatori, e partner scientifico Fondazione Zanacan. Abbiamo coinvolto 16 cooperative e 59 servizi educativi. Ora, sulla base delle loro testimonianze e dei loro contributi, stiamo perfezionando un nuovo dispositivo orientato all’individuazione dell’impatto che renda visibili i risultati delle attività generate dai servizi educativi. 

Fondamentale l’individuazione di KPI diversificati sulle diverse aree in rispondenza dei diversi indicatori su: benessere dei bambini, impatto sulle famiglie, impatto nella comunità di riferimento, integrazione con altre aree/settori, produttività delle imprese, rete di partner/collaborazioni. Il modello individuato sarà poi sperimentato, coinvolgendo un gruppo di valutatori e attraverso la realizzazione di laboratori metodologici. Questo progetto ci permette, inoltre, di creare un centro di competenza, una comunità di pratiche che acquisisca le competenze per l’applicazione del dispositivo e che si autoalimenti attraverso il continuo confronto e scambio di buone pratiche. 

“Il valore di questo progetto per CGM – il commento di Simona Taraschi, responsabile della nostra Area educazione – sta nel fatto che ci ha permesso, da un lato, di confrontarci come imprese e di condividere le dimensioni specifiche dei servizi educativi che riteniamo imprescindibili per misurare il benessere di bambini, famiglie, educatori e il livello di coesione/inclusione e accoglienza all’interno del contesto in cui il servizio è inserito. Dall’altro lato, il progetto, giunto all’avvio della fase di sperimentazione, ci permetterà di riconoscere il valore dei servizi educativi attraverso gli esiti riscontrati non solo sui diretti fruitori, ma anche sulle comunità educanti e questo, mi auguro, possa agire da volano nella sensibilizzazione e nell’approccio culturale dell’intera comunità, soprattutto laddove gli obiettivi numerici sui servizi educativi fissati dall’UE sono ancora lontani dall’essere raggiunti”.

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News persone Storie Welfare

Fili tesi, in un podcast trent’anni di risposte ai bisogni inascoltati

A trent’anni dalla nascita della cooperativa Spazio Aperto Servizi arriva “Fili Tesi”una serie audio di Chora Media che racconta le storie di chi grazie a questa cooperativa, ha trovato lavoro, una nuova famiglia, una casa o un ambiente autentico in cui esprimere la propria identità. Sullo sfondo, Milano e i suoi cambiamenti. 

30 anni. In un podcast. La nostra cooperativa socia Spazio Aperto Servizi di Milano ha celebrato i suoi 30 anni di attività, di risposte ai bisogni di tutte le persone nelle diverse fasi della loro vita, pubblicando con Chora Media ‘Fili tesi’, un podcast raccontato da Giuseppe Fiorello. Quattro episodi che intrecciano storie di chi grazie a Spazio Aperto Servizi, ha trovato lavoro, una nuova famiglia, una casa o un ambiente autentico in cui esprimere la propria identità. Sullo sfondo, Milano e i suoi cambiamenti. Il tutto, attraverso voci, testimonianze, letture del passato e del presente.

E allora c’è Marayah, giovane transgender fuggita dalle violenze familiari dopo un outing traumatico; Elisabetta, che, allontanata dalla madre naturale, ha scoperto una nuova famiglia e un ambiente sereno in cui crescere; e Manuela, mamma di Francesco, pioniera nella battaglia per l’autonomia delle persone con disabilità. Persone e famiglie spezzate e poi ricomposte, grazie ai fili tesi da chi ogni giorno sceglie di ascoltare le richieste d’aiuto di coloro che vengono ignorati.

“Il podcast – ha commentato Maria Grazia Campese, presidente di Spazio Aperto Servizi – è uno strumento potente che può arrivare a tutte e tutti, con un linguaggio forte non solo per “addetti ai lavori”. Abbiamo cercato di condensare in quattro puntate una storia corale di tanti anni e tante persone, questo racconto è solo rappresentativo di un legame profondo della nostra organizzazione con la città di Milano”, .

“Sono onorato di partecipare a questo progetto e orgoglioso di fare da tramite, grazie al mio mestiere, per raccontare storie che mettono al centro l’essere umano in tutta la sua complessità e fragilità – ha dichiarato Giuseppe Fiorello – “Fili Tesi” racconta anche il percorso formativo di un gruppo di ragazzi e ragazze che hanno donato il loro tempo, le loro forze e la loro visione a chi ne aveva fortemente bisogno. Sono sempre stato convinto che i visionari come loro, sono e saranno sempre necessari affinché la durezza della vita possa essere attraversata con più coraggio”.

“Questo anniversario speciale è un traguardo di cui essere fieri, ma al tempo stesso è un nuovo inizio, con nuove sfide e responsabilità”, la conclusione di Maria Grazia Campese.

“Fili Tesi” è sulle principali piattaforme audio:
Spreaker – ASCOLTA QUI
Spotify – ASCOLTA QUI
Apple Podcast – ASCOLTA QUI
Google Podcasts – ASCOLTA QUI

Un podcast di Chora Media, scritto da Antonella Serrecchia con il supporto redazionale di Valentina Piva e raccontato da Giuseppe Fiorello. Il fonico di studio è Lucrezia Marcelli. La post produzione e il montaggio sono di Francesco Ferrari di Frigo Studio. La supervisione del suono e della musica è di Luca Micheli. La senior producer è Anna Nenna. La cura editoriale è di Graziano Nani. 

Sopra la copertina del podcast. Nella foto in evidenza Giuseppe Fiorello, Maria Grazia Campese e Mario Calabrese di Chira Media (Ph. di Francesca Panaioli)

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Over65, un bilocale al Villaggio Novoli di Firenze “per non vivere da soli”

Villaggio Novoli è un progetto di senior housing promosso da Consorzio Fabrica e Consorzio Co&So. 37 appartenenti in un ex condominio per anni occupato abusivamente e ora completamente riqualificato per offrire una soluzione abitativa a misura di anziani con spazi comuni, attività di socializzazione, presidio educativo e servizi a richiesta come cure infermieristiche, pasti a domicilio, lavanderia e trasporti. 

Graziano ha 83 anni ed ha appena firmato il contratto di affitto per un bilocale al Villaggio Novoli, il progetto di senior housing promosso da Consorzio Fabrica e Consorzio Co&So a Firenze, nel quartiere Cinque. 37 appartenenti in un ex condominio per anni occupato abusivamente e ora completamente riqualificato per offrire una soluzione abitativa a misura di over65. Bilocali e trilocali indipendenti, senza barriere architettoniche, completamente ristrutturati e sicuri, con spazi comuni per attività di socializzazione, un operatore a disposizione in loco e servizi attivabili a richiesta, dalle cure infermieristiche, ai pasti a domicilio, alla lavanderia, fino ai trasporti. “Il progetto mi è piaciuto subito – il commento di GrazianoPotevo affittare una casa ‘normale’ ma sarei stato solo. Invece qui sono contento di abitare in un contesto con altre persone”. Per di più, in una zona molto appetibile. “Io ho lavorato in una vetreria qui vicino – racconta – Sono sempre stato appassionato di elettronica e in questo quartiere c’erano dei magazzini in cui venivo spesso. Poi adesso ci passa anche la tranvia quindi è anche ben collegata”. Graziano entrerà al Villaggio Novoli a marzo. La cucina è già installata, mentre si sta organizzando per il mobilio. “Non vedo l’ora – confessa – Ho già venduto la mia casa di proprietà dopo che mi sono separato dalla moglie e ora sto temporaneamente in albergo”.

Su 37 appartamenti sono già stati firmati 10 contratti di affitto e altri 7 sono in corso di discussione. “La risposta è stata buona – il commento di Lorenzo Terzani, presidente del Consorzio Fabrica – Questo è un progetto che è nato tempo fa per offrire servizi agli anziani, diversi rispetto a quelli tradizionali. Nel 2011 abbiamo anche fatto un’indagine di mercato, poi abbiamo fatto molta fatica a trovare la soluzione immobiliare giusta in un mercato, quello di Firenze, difficile. Alla fine, abbiamo avuto questa occasione e abbiamo investito, sfruttando anche il bonus 110. Ora siamo soddisfatti e speriamo che il progetto possa decollare”.

Il progetto è sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che contribuisce ad abbassare gli affitti da 200 a 400 euro al mese in base al reddito dei residenti, e fa parte del più ampio ViviSmart, il sistema integrato di servizi per Over65 di Consorzio Co&So e Consorzio Fabrica. “Le persone o le coppie che desiderano abitare al Villaggio Novali hanno molte aspettative. Sono persone o nuclei molto soli e desiderano far parte di una rete per il loro ‘invecchiamento attivo’”.

Il Villaggio Novoli, proprio nell’ambito di ViviSmart, sarà anche punto di partenza per trasferire il modello del social housing a domicilio, coniugando tecnologia e presenza. “Partiremo con una sperimentazione su 50 anziani. Si tratta di un modello di presa in carico degli anziani innovativo che arriva a casa delle persone, una sorta di Villaggio virtuale di cura e di tecnologia”. Nel Villaggio Novoli, c’è anche spazio per il turismo over: non solo perché alcuni appartamenti potrebbero essere messi a disposizione di turisti anziani che visitano Firenze, ma perché da qui nasceranno proposte di pacchetti turistici e attività culturali a misura di anziano rispetto a confort, trasporti e salute.

“Il nostro obiettivo? – conclude Terzani – Fare in modo che gli anziani possano stare bene”. Ecco, a Villaggio Novali questo sarà possibile.

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Mariella e Emanuele: “Ora viviamo insieme e siamo felici”

Vi raccontiamo il percorso di autonomia abitativa (e non solo) di Mariella e Emanuele, realizzato con il supporto delle famiglie e della Cooperativa Esserci di Torino. “Il cruccio di molte famiglie è: cosa faranno i nostri ragazzi quando non ci saremo più? Occorre però cercare di lavorare non sul dopo di noi, ma sul durante noi”.

“Siamo felici”. Il succo della storia di Mariella e Emanuele, coppia protagonista di un percorso sull’abitare della Cooperativa Esserci di Torino, è in queste due parole. Lei ha 50 anni ed è originaria di Matera, trasferita a Torino nel 2000, dagli zii, dopo la morte di entrambi i genitori. Frequentatrice del gruppo Aladino, spazio per il tempo libero, gestito da una Associazione di volontariato in sinergia con la Cooperativa Esserci, dedicato alle persone con disabilità intellettiva e/o fisica che vogliono condividere attività e laboratori. “Ad Aladino ho conosciuto Emanuele, ma lui all’epoca stava con un’altra”, comincia Mariella. Proprio da Aladino comincia il percorso di autonomia di Mariella. Prima, con l’inserimento lavorativo in una scuola materna come addetta alle pulizie. Poi, con un progetto di palestra abitativa per imparare a vivere da sola. Così, Mariella, insieme ad altre persone con disabilità intellettiva, ogni settimana si allena a fare la spesa, cucinare, gestire i soldi, tenere in ordine la casa. Inizia a trascorrere qualche weekend fuori casa. “All’inizio avevo paura del cambiamento”, confessa. Il percorso di autonomia continua tra alti e bassi e per due anni Mariella torna ad abitare con gli zii. “Il cruccio di molte famiglie è: cosa faranno i nostri ragazzi quando non ci saremo più? – racconta Francesco Patrucco, coordinatore di Esserci – Noi però cerchiamo di lavorare non sul dopo di noi, ma sul durante noi, creando contesti e percorsi che siano vere e proprie palestre abitative, con il coinvolgimento indispensabile delle persone interessate, delle famiglie e della rete territoriale”.

Nel 2020 Mariella si rimette di nuovo in gioco in un nuovo progetto di autonomia, questa volta in un monolocale solo per lei all’interno del contesto di Housing&Co della Cooperativa. “I primi tempi è stata dura. Eravamo ancora in periodo di pandemia e soffrivo molto la solitudine, ma poi ce l’ho fatta”, commenta. Nel frattempo, Emanuele, nato e cresciuto a Torino, addetto alle pulizie, in casa con i genitori, lascia la compagna e comincia la storia con Mariella. Parte un progetto di vita di coppia che coinvolge i due fidanzati e le rispettive famiglie. Emanuele comincia a trascorrere qualche weekend nel monolocale. “Eravamo stretti, ma l’esperienza è andata bene”, dice lui. Dopo quattro mesi, i due si trasferiscono in un bilocale sempre nel contesto di housing sociale e iniziano a vivere insieme 7 giorni su 7. “La convivenza non è sempre facile. Vuol dire adattarsi alle esigenze dell’altro”, il commento di Mariella e Emanuele. L’anno scorso, i due fidanzati escono da Housing&Co e si trasferiscono in una casa di proprietà della nonna di Emanuele in attesa di finire i lavori nell’appartamento che i genitori gli hanno acquistato e di spostarsi lì definitivamente insieme a Mariella. “Poi basta traslochi”, scherzano i due.

“A chi desidera uscire di casa, diciamo provateci. Occorre avere il coraggio di giocarsela, anche affrontando dubbi e paure che nascono nelle persone coinvolte e nelle famiglie. Le nostre adesso sono contente e ci supportano. Andiamo sempre là a pranzo alla domenica…”. Anche se il percorso di autonomia di Mariella ed Emanuele ha raggiunto un livello avanzato, il lavoro della Cooperativa Esserci continua. “Proseguiamo a monitorare Mariella ed Emanuele e a tenere il rapporto con le famiglie – conclude Francesco – Come ho detto anche a loro, anche le persone più attrezzate possono vivere difficoltà nel gestire le relazioni di coppia, dunque occorre lavorare ancora. E’ come una pianta che deve continuare ad essere annaffiata, il giusto, né troppo, né troppo poco. Mariella ed Emanuele sono stati bravi a cogliere al volo il treno per l’autonomia, noi li abbiamo aiutati a stare bene, ad essere felici, ad avere una prospettiva. Questa è la più grande soddisfazione”.