News

Capitale umano, verso un nuovo “contratto sociale” tra persone e organizzazioni

Dopo la formazione alla Casa del Trozzo di novembre, la rete CGM continua a sperimentare e confrontarsi verso la definizione del manifesto del Capitale Umano. Il prossimo appuntamento il 4 febbraio a Milano

Non è un percorso inedito quello sul capitale umano lanciato da CGM nelle scorse settimane e ora in pieno svolgimento. Non si cammina in “terra incognita” quando si parla della risorsa più preziosa per imprese come quelle sociali e cioè le persone. Può apparire quindi un percorso agevole sia guardando agli obiettivi che alle tappe intermedie (oltre al passo da tenere). In realtà non è proprio così e ce ne siamo ben accorti durante i due workshop di apertura tenutisi qualche settimana fa in Trentino presso la suggestiva Casa del Trozzo in Val di Sella.

Si tratta infatti di un percorso impegnativo, in qualche parte addirittura accidentato. Un po’ perché ci troviamo nel mezzo di una “grande trasformazione” del mondo del lavoro che pone al centro, oltre alle classiche questioni retributive e formative, anche quella – fin qui inedita – del senso del lavoro, cioè dell’insieme di motivazioni per cui lo sforzo lavorativo diventa un percorso di realizzazione di sé. Un po’ perché, anche qui per svariate ragioni, il capitale umano delle imprese sociali è un po’ esausto e necessità di essere rigenerato affinché possa assumere una nuova centralità nel progetto d’impresa.

E’ necessario quindi fare il tagliando a strategie, pratiche e strumenti di gestione delle risorse umane, in modo da verificarne l’efficacia ed evitare così che “mettere la persona al centro” non rimanga solo uno slogan vuoto di significato che invece di attrarre allontana o demotiva le persone. Tutto questo mentre la trasformazione digitale del HR management prosegue imperterrita, intelligenza artificiale compresa.

Rispetto alle sfide di un percorso non nuovo ma certamente non semplice le 4 giornate trentine cosa ci restituiscono a livello di direzioni da seguire ed equipaggiamento necessario?

Prima di passare all’elenco dettagliato una nota di clima che è particolarmente cruciale ovvero la numerosità, l’impegno e la passione dei partecipanti. Una sessantina di HR, manager, operatori sociali che hanno condiviso conoscenze e ideali, confermando così che questo percorso non è solo necessario ma desiderato. Ed è per questo che oltre a ringraziare tutti ci stiamo impegnano come CGM per dare vita a una vera e propria comunità di pratica, organizzando altri incontri di questo tipo e dotandoci di una piattaforma digitale condivisa.

Forti di questo consenso e impegno abbiamo iniziato, grazie anche ai nostri compagni di percorso, a riordinare e innestare elementi di strategia e di gestione. Con Kopernicana abbiamo lavorato soprattutto su principi e regole auree per tornare a generare “lavoro umano” attingendo a modelli di organizzazione aperta che ormai si stanno diffondendo anche oltre i contesti “sociali” sfidando quindi le nostre imprese in termini di apprendimento. Con Cooperjob ci siamo addentrati nel “sottobosco” delle pratiche di HR management che in questi anni abbiamo accumulato (a volte in modo non sempre ordinato) cercando di migliorare l’esistente e al tempo stesso di svelare risorse e capacità nascoste (idle capacity). Uno sforzo che ci può premiare trasformando questo sottobosco in un giardino dove le qualità organizzative dell’impresa sociale – apertura, partecipazione, ma anche autonomia e indipendenza – possano tornare a rappresentare un valore distintivo e addizionale.

In estrema sintesi è da un nuovo “contratto sociale” tra persone e organizzazioni sancito attraverso un manifesto d’intenti e un playbook di pratiche che vogliamo riattivare quel circuito virtuoso tra risignificazione del lavoro e riproduzione della cultura organizzativa che è alla base del nostro concepire e fare impresa sociale.

Auguriamoci buon viaggio!

Articoli recenti